Raccontiamo la partecipazione di Tamare alla Best Woman attraverso il racconto di Mattia, che l’ha accompagnata per 10 km, fino al traguardo.
Ringraziamo Ludovico, Marco e tutto lo staff di Atletica Guglielmi per l’organizzazione, Naturalmente Castelnuovo e Purosangue Athletics Club per il supporto. Sono intervenute anche S.E. Maria Manuela Lucas – Ambasciatrice del Mozambico in Italia e Lucia Joana Metazama – presidente AMMI. Bellissima esperienza, grande festa! Ecco il racconto …
… Al campo sportivo Cetorelli di Fiumicino, alle sette e trenta è già tutto un fermento di gazebi, pettorali, pacchi gara e tute di tutti i colori. La corsa è la Best Woman, competizione che si svolge da 27 anni ed è dedicata espressamente alle donne! All’arrivo solo loro riceveranno la medaglia, noi maschietti stavolta siamo solo un contorno. Verso le otto e mezza arriva lo “squadrone” di Naturalmente Castelnuovo, con in testa Patrizia e Valerio, e subito dopo arrivano Tamare e Liliana. Tamare è piccolissima, ha 13 anni, è minuscola; è la più giovane tra gli oltre 2000 partecipanti. Ovviamente, essendo minorenne, correrà fuori gara. L’idea è quella di accompagnarla durante la corsa, in 5 o 6, ma alla fine siamo solo io, Valerio e Patrizia.
Un briciolo di riscaldamento e poi si parte.
Io e Valerio facciamo una sorta di cordone intorno a Tamare, per evitare di farla travolgere, ma ci accorgiamo subito che la vera preoccupazione è un’altra: tenere a bada la prorompente vitalità di questa piccola antilope mozambicana! Devagar, devagar! (rallenta, rallenta!) son costretto a dirle spesso e lei mi guarda, annuisce e per un po’ rallenta.
Dopo qualche Km ci perdiamo Patrizia che deve fermarsi per allacciare una scarpa.
Noi continuiamo fra lo stupore e l’ammirazione di molti, che non possono fare a meno di notare la facilità, l’elasticità, la fluidità e la bellezza della corsa di Tamare. Effettivamente è proprio bello vederla correre. Idealmente vorresti correre come lei, ma poi ti accontenti di guardarla. Al rifornimento del quinto km Valerio accusa dei dolori addominali e decide di fermarsi ad aspettare Patrizia. Provo a fermare Tamare, ma lei, dopo aver bevuto una sorsata d’acqua, è già ripartita a tutta birra. Via, si prosegue! Fila tutto liscio fino all’ottavo km e qui mi confida di sentire un po’ di fatica. Rallentiamo un po’ (ma proprio poco) e subito riprendiamo il giusto ritmo. Arriviamo al nono km. Qui succedono un sacco di cose! Tamare comincia a sentire l’odore del traguardo. Si volta, mi guarda e mi dà la mano!
Avete presente quelle scene nei film in cui improvvisamente si fa silenzio nella testa del protagonista e tutto sembra andare al rallentatore? Ecco, a me è successo proprio questo. In un secondo si è annullata ogni distanza spazio-temporale-culturale. Solo una bambina che dà la mano ad un papà e le chiede di guidarla al traguardo.
Qualche secondo e tutto riprende il ritmo normale.. incrociamo Max che ci viene incontro (lui è già arrivato da un po’!) e le prende anche lui la mano, fino all’ingresso nello stadio.
Mancano 200 metri. Tamare parte come un proiettile e facciamo fatica… no, “faccio” fatica (Max è molto più veloce) a starle dietro. Una furia! Non si risparmia neanche un po’, e passato il traguardo stramazza al suolo esausta! Attimi di panico, ma si riprende subito. La stoffa della campionessa che dà tutto fino all’ultimo. Brava, Tamare, ce l’hai fatta! Il primo mattoncino è messo!
Medaglia, festeggiamenti, premi, regali, e poi.. tutti al meritato ristoro!